Vladimir è arrivato in Italia nel 1972 come rifugiato politico ed è stato ospitato da Claudio Battisti, allora Sindaco di Ronzone, che lo aveva conosciuto nel 1968 a Grenoble in occasione e delle Olimpiadi invernali.
A Praga Vladimir era uno dei personaggi più influenti del mondo sportivo; alto funzionario del Comitato Olimpico e membro della Federazione Internazionale Sci quale presidente della Commissione Sci Fondo, aveva una certa libertà di movimento al di fuori della Cecoslovacchia, ma solo in occasione di eventi sportivi internazionali. Dopo la tristemente famosa “Primavera di Praga” la sua posizione non era più tanto sicura, per cui, dopo un congresso internazionale a Parigi, decise di non tornare in patria e venne a Ronzone, dove venne accolto dall’amico Battisti.
Per alcuni anni fece il custode-bagnino della piscina comunale di Ronzone, dando lezioni di nuoto e di tennis.
Nel 1974 organizzò a Ronzone quella che negli annali della FISO viene ricordata come la prima gara d’orientamento in Italia e quindi il seme dal quale si è poi sviluppata la disciplina sportiva dell’orienteering, fino ad arrivare alla Federazione di oggi.
Quello che ha fatto Vladimir per l’orienteering fa parte della storia della FISO e quindi è, o dovrebbe essere, conosciuto da tutti gli orientisti italiani. Per i giovani orientisti basti ricordare che senza di lui non sarebbe nato il CISO (Comitato Trentino Orientamento e Sport nella Natura), poi diventato FISO con il riconoscimento da parte del CONI dell’orienteering come disciplina sportiva associata. Nei primi dieci anni, cioè dal 1974 al 1984, Vladimir è stato l’anima e il catalizzatore di tutte le attività orientistiche italiane; poi, dopo i Mondiali di sci orientamento del 1984 a Lavarone, da lui proposti e ottenuti al Congresso della IOF a Malente nel 1980, il suo spirito estremamente dilettantistico (ha sempre contrastato l’esasperazione agonistica, forse prevedendo già allora i grossi problemi che hanno travagliato e tuttora travagliano il mondo sportivo) lo ha portato ad allontanarsi dalle attività federali, continuando tuttavia a promuovere la disciplina in quasi tutte le regioni d’Italia, che lui visitava e nelle quali aveva numerosissimi contatti ed amici. Si è anche avvicinato al CAI, diventandone membro influente ed è stato promotore della pratica sciistica del telemark, che oggi è riconosciuta ufficialmente anche della FISI.
Ma nell’occasione di questo triste anniversario forse è opportuno ricordare anche quello che Vladimir aveva fatto prima di arrivare in Italia e che ha dovuto lasciare a causa del suo volontario esilio.
Già si è detto che svolgeva una funzione di vertice in seno al Comitato Olimpico cecoslovacco e che era presidente della Commissione internazionale Sci Fondo della FIS; non si sa però che in questa veste Vladimir ha ideato e promosso la Coppa del Mondo di Sci Fondo, che è poi stata istituita quando lui era già in Italia, ma utilizzando tutte le indicazioni e le regole che aveva elaborato ed inviato anche da Ronzone ad altri membri della Commissione.
Come non si sa che Vladimir aveva studiato ed elaborato il progetto completo delle Olimpiadi estive del 1980, che si sarebbero dovute svolgere a Praga ed invece sono state “scippate” alla Cecoslovacchia dalla Russia, che poi in effetti le ha organizzate a Mosca. Una copia di questo progetto Vladimir l’aveva portata con sè e probabilmente è ancora qui, fra le sue carte, che certamente Antonia custodisce gelosamente.
Chi scrive ha avuto il privilegio di conoscerlo e seguirlo fin dai primi giorni del suo arrivo in Italia e di affiancarlo, insieme a Carlo Alberto Valer, a Hedy e ad Alfredo Sartori, nelle prime dimostrazioni di quella che era una nuova disciplina sportiva che si affacciava timidamente nel panorama dello sport italiano, ma che, grazie anche alla perseveranza di Vladimir nel promuoverla e alle sue indubbie valenze sportive, educative ed ambientali, si è imposta fino a diventare quella che fra una settimana porterà al Meeting di Venezia più di tremila orientisti da tutto il mondo.
Malè, 7 novembre 2010
Benito Cavini